SPOSALIZIO MISTICO DI SANTA CATERINA CON SANTI LUDOVICO DA TOLOSA E BONAVENTURA

Ambito/Autore : Ambito bavarese

Periodo storico: 17° secolo
Anno: 1690-1700
Soggetto: Sposalizio mistico di Santa Caterina con santi Ludovico da Tolosa e Bonaventura
Luogo di conservazione: Trento, chiesa di San Bernardino, altare laterale
Materia e tecnica: olio su tela, cm 248 x 146

Descrizione:

La vicenda critica di questa pala, in buono stato grazie al restauro operato da Carlo Andreani nel 1968, è estremamente contraddittoria. Nonostante sia stata più volte confusa con la pala in oggetto, la Santa Caterina d’Alessandria menzionata da Giancrisostomo Tovazzi nel 1776 tra i dipinti della chiesa di San Bernardino corrisponde ad una tela di Elia Naurizio del 1634; a riprova di ciò lo stesso Tovazzi osserva, nella Prezzologia, il maggiore pregio del dipinto posto sull’altare alla destra dell’arco santo rispetto al dipinto di Naurizio pagato soltanto 13 talleri e disperso in data imprecisata (Stenico). Se è indubbiamente insostenibile l’attribuzione a Naurizio (peraltro riportata ancora nell’inventario del 1963), non meno paradossale è l’indicazione di Francesco Bartoli (1780) secondo il quale l’autore del dipinto “tiene della maniera di Pietro Maria Bagnadore Bresciano”. Posteriore di quasi un secolo a Bagnadore e qualificato da una spumeggiante scrittura barocca, il dipinto è contestuale agli interventi di fine Seicento, a conclusione della fabbrica della nuova chiesa (1694). La composizione è dominata dal gruppo della Sacra Famiglia e da Santa Caterina d’Alessandria nell’atto di ricevere l’anello da Gesù Bambino. Due angeli chiudono in alto la gloria celeste. Nella zona inferiore della tela si trovano inginocchiati due santi illustri dell’ordine francescano, San Ludovico da Tolosa e San Bonaventura. L’intensa caratterizzazione fisionomica delle figure depone in maniera molto chiara per un inquadramento critico dell’opera in ambito tedesco e più specificamente bavarese. Alcuni passaggi, in particolare gli angeli, evidenziano parziali affinità con le migliori opere del tedesco Erasmo Antonio Obermüller, ad esempio con l’Annunciazione presso la chiesa dell’Annunziata a Trento. Tuttavia il tratto pittorico, fortemente incisivo, nonché i passaggi chiaroscurali più intensi enucleano sostanziali differenze con il profilo di questo artista. Ci riporta a Monaco Domenico Antonio Triva, pittore emiliano (1626-1699) con precedenti bresciani e veneziani che oltralpe definì un personale linguaggio rispetto al quale il dipinto trentino non manca di rimarcare interessanti assonanze (si veda sull’artista Longo 2008). Pur senza giungere all’individuazione di una precisa identità, lo studio di questa prova pittorica sino ad oggi ignorata dalla critica consente di indicare la pista bavarese; va infine osservato che Obermüller, giunto a Trento proprio da Monaco intorno al 1691 operò intensamente per i Minori di San Bernardino e potrebbe in talk modo aver favorito la presenza dell’ignoto artista tedesco presso la stessa chiesa.

Fonti: Tovazzi, Relatio Secunda, pp, 55-56; Tovazzi, Prezzologia, n. 448; Morizzo, II, p. 332; ACPFM, busta 275, Inventario 1963, p. 669, n. 33; SBC Dal Bosco 2001/ OA/ 00072237.

Bibliografia: Bartoli 1780, p. 58; Molinari 1926, p. 291; Stenico 1999, pp. 109, 111, 601.