SAN FRANCESCO D’ASSISI

Ambito/Autore : Ambito trentino

Periodo storico: 18° secolo
Anno: 1700-1750
Soggetto: San Francesco d’Assisi
Luogo di conservazione: Borgo Valsugana, chiesa di San Francesco d’Assisi, coretto
Materia e tecnica: olio su tela, cm 59 x 43

Descrizione:

Questa intensa e disadorna immagine del Poverello di Assisi si avvale di una tavolozza volutamente cinerina, al limite del monocromatico. A mezzobusto, le mani sollevate quasi a voler mostrare le tremende ferite delle stigmate, la figura appare come bloccata, fermata nell’attimo in cui Francesco è tutt’uno con Cristo. Non ci riesce di discernervi lo spasimo del dolore dall’assenza del sensibile nello stato di estasi che i suoi occhi arrossati e la bocca semiaperta ci trasmettono. I bagliori di luce sull’epidermide riflettono la luce divina ma al contempo acuiscono lo stato di tensione del volto che trasuda sofferenza. Le grandi mani nodose e il volto scarnito accentuano lo stato d’animo del momento e il pittore ha prestato grande attenzione a queste notazioni anatomiche e somatiche, sottilmente indagate in funzione espressiva. È interessante osservare come i fondamenti della retorica barocca in pittura siano articolati tralasciando il grande effetto della luce, intrinsecamente soprannaturale, per indagare con modalità e ductus pittorico tipicamente settecenteschi la realtà fisica del santo. Più arduo riuscire a tradurre la cifra stilistica nel nome di una personalità che, del tutto sorda ad aspirazioni classiciste ed estranea alle correnti venete di primo Settecento, potrebbe ammettere esperienze in area lombarda. Il dipinto non è nemmeno identificabile nel San Francesco d’Assisi che Weber (1977, p. 374) riferisce ad Antonio Vincenzi nella chiesa francescana di Borgo, equivocando probabilmente con la dispersa pala delle clarisse.

Fonti: ACPFM, busta 244, Inventario 1966, p. 642, n. 2.

Bibliografia: Onorati 1982, p. 178; Stenico 2001a, p. 379.