SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO; SAN CRISTOFORO GUADA IL FIUME CON GESÙ BAMBINO SULLE SPALLE

Ambito/Autore : Francesco Antonio Giongo (Lavarone, 1723-Trento, 1776)

Periodo storico: 18° secolo
Anno: 1756-1757
Soggetto: San Bonaventura da Bagnoregio; San Cristoforo guada il fiume con Gesù Bambino sulle spalle
Luogo di conservazione: Pergine Valsugana, chiesa del Redentore, altare maggiore; Borgo Valsugana, chiesa di San Francesco d’Assisi, altare maggiore
Materia e tecnica: legno intagliato, dipinto, h. cm 200 circa; h. cm 174,5

Descrizione:

Fino al 1953 entrambe le statue si trovavano sull’altare maggiore della chiesa di San Francesco d’Assisi a Borgo Valsugana. Alla distruzione del complesso, San Cristoforo rimase in loco (dal 1953 al 1985 in una nicchia nell’arco santo; quindi in cantoria e da poco nuovamente sull’altare), mentre l’effigie di San Bonaventura fu inopinatamente destinata all’altare maggiore della chiesa francescana di Pergine Valsugana. Le sculture sono mortificate da una pesante e antiestetica ridipintura. Il Gesù Bambino originariamente sulle spalle di San Cristoforo è andato perduto e sostituito nel 1956 con una scultura di Ruggero Rossi.

La paternità e la cronologia delle statue si trovano esattamente indicate nella cronaca di Morizzo e sono state divulgate da Salvatore Piatti (2000) e Remo Stenico (2001a). Il contratto con lo scultore di Lavarone, datato 5 dicembre 1756, prevedeva il pagamento di 80 fiorini e cinque messe. La consegna delle opere era prevista per la Pasqua 1757.

Pancheri, nel restituire una lettura critica delle opere all’interno del percorso di Francesco Antonio Giongo, rileva la buona qualità artistica, nonostante l’impattante riverniciatura. Tuttavia esse definiscono in modo chiaro i limiti di questo scultore che si adegua al linguaggio vibrante ma controllato della plastica trentina di metà Settecento, raccogliendo in qualche modo l’eredità di Francesco Oradini che vivacizza e rende per così dire più briosa, intrinsecamente decorativa, ma anche assai meno elegante e raffinata.

Fonti: Morizzo, II, pp. 225, 232; ACPFM, Inventario 1966, p. 646, n. 29; SBC Floris 1980/ OA/ 00027112; SBC 1980/ OA/ 00019239.

Bibliografia: Piatti 1995, pp. 189; Piatti 2000, pp. 390-391; Stenico 2001a, pp. 158, 195, 198-199; Stenico 2003, pp. 158, 378; Fabris 2004, p. 49; Pancheri 2005, pp. 67-70; Fabris 2009-2011, I, p. 61.