MADONNA TRA GLI ANGELI IN GLORIA CON SALVATOR MUNDI E SAN GIOVANNINO

Ambito/Autore : Ambito veneto-cretese

Periodo storico: 17° secolo
Anno: 1600- 1610
Soggetto: Madonna tra gli angeli in gloria con Salvator mundi e San Giovannino
Luogo di conservazione: Trento, Fondazione Biblioteca San Bernardino
Materia e tecnica: olio su tavola, cm 69 x 79
Provenienza: Trieste, convento delle Grazie, 1986

Descrizione:

Si registrano sconnessioni delle tavole e un’intensa ossidazione giallastra della vernice.

Il dipinto presenta una singolare valenza polisemantica. il tema della Vergine con il Bambino e San Giovannino, alludente all’azione redentrice di Cristo, viene purgato da qualsiasi accento umano ed energicamente marcato dalla grande croce che il piccolo Gesù, eretto su un malcerto tavolo-altare, ostenta come un risorto. L’iconografia della Vergine è quella della Madonna del popolo, con l’ampio mantello aperto ad accogliere l’umanità, un modello qui solo accennato per via del taglio della composizione. Le schiere di Angeli tutt’attorno non sono una mera rappresentazione della gloria divina, poiché ai rosari e alle cinture ostentate da costoro spetta il compito di asseverare l’intercessione della Madonna nella sua accezione di corredentrice dell’umanità. Da un punto di vista iconografico il dipinto rappresenta pertanto un’interessante fusione dei temi portanti (e delle pie pratiche) della Controriforma, a dispetto dell’orizzonte fortemente arcaico e apparentemente più antico delle figure poco meno che monocrome e pervase da una luce ambrata. Il tratto stilistico dell’opera è comprensibile nell’ambito della cultura figurativa dei pittori veneto-cretesi ai quali appartiene senz’altro l’anonimo maestro. Il carattere fortemente ieratico e arcaizzante dell’immagine, quasi fuori del tempo e al limite del simbolico, si coniuga a pur deboli e ingenue istanze figurative comprensibili solo nell’ambito della pittura di inizio Seicento, precisamente in un contesto come quello della cultura veneta che a queste date conta il ricorso alle stampe di ampia circolazione accanto a un duraturo radicamento alla stagione dell’ultimo Manierismo. La provenienza triestina del dipinto, dal convento di Strugnano, avvalora questa classificazione.

Fonti: FBSB, P 11.

Bibliografia: inedito.