MADONNA DEL POPOLO CON ANGELI MUSICANTI APPARE A SAN FRANCESCO D’ASSISI

Ambito/Autore : Ambito trentino

Periodo storico: 17° secolo
Anno: metà XVII secolo
Soggetto: Madonna del popolo con angeli musicanti appare a San Francesco d’Assisi
Luogo di conservazione: Borgo Valsugana, chiesa di San Francesco d’Assisi
Materia e tecnica: olio su tela, cm 206 x 106

Descrizione:

L’opera figura sull’altare maggiore nel Novecento ma non si tratta della primigenia pala, essendo successiva alla consacrazione della chiesa francescana nel 1606. La dedicazione dell’altare ai Santi Francesco e Cristoforo (Tovazzi) induce a pensare che entrambi i santi vi fossero originariamente raffigurati.

Il dipinto fonde due tipologie iconografiche care al contesto francescano. La tipica immagine di San Francesco morente al quale appare un angelo che suona il violino si accompagna alla raffigurazione della Madonna del popolo romano, il cui ricorrere in ambito minoritico è noto e data, anche in area tridentina, fin dal primo Cinquecento (si veda il saggio del curatore). Questo aspetto è in qualche modo connesso alla vicenda critica della tela, di certo non agevolata dal pesante restauro apportato nel 1952 dal Gozzaldi.

Vittorio Fabris, collocando il dipinto nell’ambito della prolifica produzione pittorica della bottega Fiorentini intorno alla metà del Seicento, individua la dipendenza della nostra tela dall’affresco di Luca Martinelli in San Francesco a Bassano raffigurante la Madonna con Bambino tra San Francesco e Sant’Antonio (1612), quale fatto che corroborerebbe la soluzione Fiorentini.

Va tuttavia osservato che le tangenze sono di natura prettamente iconografica e insistono sulla fruizione devozionale dell’immagine, piuttosto che sul bagaglio figurativo di chi ne fu autore. Giustamente lo stesso studioso evidenzia come la prolissa relazione vergata da Gozzaldi sul retro della tela non sia pertinente alle reali vicissitudini dell’opera, che fin dalla sua origine fu centinata; ne consegue che le ingenuità formali sono contestuali e non il frutto di successivi interventi. Detto ciò mi pare verosimile invocare per questa prova pittorica, certo non eccelsa, l’intervento di un ignoto pittore di frontiera tra Veneto e Trentino.

Fonti: FBSB Tovazzi, Relatio Prima, p. 44; ACPFM, busta 244, Inventario 1966, p. 642, n. 12; SBC Menapace 1980/ OA/ 00027065.

Bibliografia: Onorati 1982, p. 178; Stenico 2001a, p. 379; Fabris 2004, pp. 52-53; Fabris 2006, p. 112; La bottega dei Fiorentini, pp. 152-155, cat. 35 (V. Fabris); Fabris 2009-2011, I, p. 62.