MADONNA CON BAMBINO

Ambito/Autore : Giambattista Rensi (Trento, 1711-1776)

Periodo storico: 18° secolo
Anno: 1750 ca
Soggetto: Madonna con Bambino
Luogo di conservazione: Trento, convento di San Bernardino, Torricella, refettorio
Materia e tecnica: olio su tela, cm 82,5 x 70

Descrizione:

Il dipinto è identificabile nella Madonna con Bambino donata intorno al 1750 dal conte Giuseppe Bortolazzi: un quadro tenuto in gran conto dai frati, come documentano Tovazzi e Morizzo, ma di cui sembravano ad oggi essersi perse le tracce. Grazie al dato stilistico, la bella effigie della Vergine di Rensi è individuabile con quella oggi posta nel refettorio della Torricella; il ductus pittorico nella resa somatica e i valori tonali palesano una solida consentaneità di stile soprattutto con il Ritratto di Domenico Antonio Thun (Innsbruck, Landhaus, 1740 circa), ma anche con il Ritratto di Leopoldo Ernesto Firmian (Trento, Museo Diocesano, 1748-1755).

Così scrive il Tovazzi nel 1776: “In Choro pariter sunt quinque tabulae. Prima inter superiorum locu exhibet Deiparam Virginem, estque donum Comitis Josephi Bortholatii de Vattardorff et Prunnenperg Tridentini, opus autem Johannis Baptistae Rensii pariter Trid. Circa an. 1750.”

Grazie alle note di Tovazzi (Tovazzi, Variæ inscriptiones, p. 621-622, n. 1113) e Morizzo riusciamo a risalire alla collocazione originale dell’opera. “Nel coro di S. Bernardino v’era un quadro rappresentante la Beata Vergine Maria, verso la quale il R. don Francesco Brugnara da Mosana avea una singolare divozione. Perciò egli ottenne che il curato di Villamontagna, ch’era allora don G. Battista Barbetta bresciano, il quale si dilettava pure di pittura, gliene facesse una copia. E questi lo contentò ai 18 novembre di quest’anno 1783. – Dopo di ciò il Brugnara volle propagare tali imagini e le fece fare dai pittori Zeni, Volani e Rovisi”. Una di queste copie è ancora conservata in San Bernardino (cat. 251) e va indubbiamente ascritta a Nicolò Volani. La tela del Rensi fu trasferita in sacrestia nel 1907, quando venne rimpiazzata dalle statue di santi francescani poste sopra lo scranno centrale (Morizzo, IV, p. 162). Non è documentabile il momento in cui fu posta nel refettorio.

Il dipinto pone in risalto aspetti di estrazione veronese (si veda da ultimo Cont 2002-2003), giustificabili con il perfezionamento del pittore fuori Trento, non tanto a Venezia, come ipotizzato dalle fonti, ma proprio a Verona. L’artista mantiene comunque nel tempo peculiarità espressive difficilmente smerciabili come veronesi, né pacificamente sovrapponibili ai tratti stilistici del fratello Andrea.

Fonti: Tovazzi, Relatio Secunda, p. 56; Morizzo, III, p. 3; SBC Dal Bosco 2001/ OA/ 00072380; FBSB, P 75.

Bibliografia: inedito.