CRISTO NELL’ORTO DEGLI ULIVI; IMMACOLATA E ANGIOLETTI NELLA CORNICE

Ambito/Autore : Ambito trentino

Periodo storico: 18° secolo
Anno: 1750-1775
Soggetto: Cristo nell’orto degli ulivi; Immacolata e Angioletti nella cornice
Luogo di conservazione: Campo Lomaso, chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, coro
Materia e tecnica: olio e tempera su tavola, cm 538 x 312

Descrizione:

Questa grande tavola sagomata simula l’impianto architettonico di un’ancona con colonne composite a fusto liscio e cimasa mistilinea alla cui sommità insistono – a corpo – le sagome di due Angioletti e dell’Immacolata concezione.

Si comprende agevolmente che si tratta di un’iniziativa presa dalla comunità francescana di Campo al fine di creare un fulcro visivo alla preghiera collegiale in coro. Lo evidenzia la finitura a finti legni contrastanti – in linea con le sobrie prerogative dell’ordine – al posto della consueta marmorizzazione volta a nobilitare la povertà del legno. Non è meno interessante l’assetto iconografico del complesso. Al centro, in funzione di pala, Cristo nell’orto degli ulivi ovvero il primo Mistero della Passione di Cristo al quale è solitamente riservato minor spazio e centralità a corollario degli altari dedicati al Rosario o alla Crocifissione. Al centro è la figura del Salvatore di fronte all’angelo che reca il calice e la croce, ma gran parte della scena è occupata dalle figure degli apostoli distesi a terra e vinti dal sonno, quasi a voler richiamare i religiosi alla preghiera vigile e presente in ogni momento. Ma ciò che merita di essere evidenziato è ancora una volta il nesso esplicito tra la Redenzione del genere umano operata da Cristo e il ruolo nevralgico di Maria quale corredentrice, qui apertamente conclamato dalla figura levitante dell’Immacolata al vertice dell’ancona.

Purtroppo l’opera è gravata da lacune, offuscamento e alterazione dei pigmenti, in particolare nella pala al centro. Questi limiti intrinseci, congiunti alla carenza di elementi storico-documentari, non consentono di sostanziare un’attribuzione e circoscrivere meglio la cronologia che insiste verosimilmente dopo la metà del XVIII secolo.

Fonti: SBC Giacomelli 1988/ OA/ 00056223.

Bibliografia: Stenico 2005, p. 110.