CRISTO CROCIFISSO TRA SAN FRANCESCO D’ASSISI E SANT’ANTONIO DA PADOVA

Ambito/Autore : Lorenzo Fiorentini senior (Borgo Valsugana, 1580-1644)

Periodo storico: 17° secolo
Anno: 1600-1625
Soggetto: Cristo crocifisso tra San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova
Luogo di conservazione: Borgo Valsugana, chiesa di San Francesco d’Assisi
Materia e tecnica: olio su tela, cm 270 x 265

Descrizione:

Questa disadorna ma intensa tela è un’efficace rappresentazione della severa iconografia francescana nel clima della Controriforma. Il Crocifisso incombe al centro, risaltando su un alone di luce dorata che i nembi nerastri tutt’intorno contribuiscono a enfatizzare. Rigorosamente simmetriche, ai lati, sono le sagome immobili e devote di San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova inginocchiati sulla nuda terra. La figura di Cristo in croce è fortemente iconica e svuotata di ricerca naturalistica e trova una facile collocazione nel contesto pittorico veneto a cavallo fra i due secoli; diversa impressione suscitano i pregnanti volti delle colonne del francescanesimo che sembrano ammettere un vero e proprio studio e un più circostanziato anelito realistico.

Fino al 1882 la grande tela era fissata a tergo dell’altare maggiore e costituiva pertanto il brano figurativo cardine nello spazio dedicato alla preghiera in coro. Attraverso le immagini assai composte dei santi in adorazione del Crocifisso, il canto e l’orazione comunitaria trovavano evidentemente un ineludibile riferimento visivo e teologico. Morizzo registra attentamente, sotto l’anno 1882, il cambio di destinazione dell’opera: “Sullo schienale dell’altar maggiore stava un gran quadro in tela rappresentante un Crocifisso con due frati, il quale fu levato di là e posto sulla parete del coro in mezzo all’abside con cornice di malta. Di qua e di là dalla nicchia suddetta si posero in coro due grandi quadri ad olio”.

Dopo il pesante intervento di A. Gozzaldi avvenuto nel 1953, il dipinto è stato portato ad un ottimo grado di leggibilità grazie al restauro del bassanese Otorino Tassello, nel 1986.

Le ricerche di Vittorio Fabris hanno posto in rilievo l’opera, quantomeno nell’ambito locale, e ne hanno messo in luce la relazione con un altro analogo dipinto francescano, la Crocifissione nella chiesa minoritica del Redentore a Pergine firmata nel 1623 da Lorenzo Fiorentini. Ciò ha consentito di accomunare le due prove sotto la medesima paternità e di ipotizzare una cronologia per il dipinto in oggetto negli anni 1617-1623. La ripetitività dei rigidi cherubini e dello stesso Crocifisso (nel quale non mancano ingenuità formali) pare dare pienamente ragione a Fabris, anche se è d’obbligo rimarcare la superiorità della prova a Borgo, in particolare nelle lodevoli figure dei due santi francescani.

Fonti: Morizzo, IV, p. 229; ACPFM, busta 244, Inventario 1966, p. 646, n. 22; SBC Menapace 1980/ OA/ 00027075.

Bibliografia: Onorati 1982, p. 178; Mich 1986, p. 135; Stenico 2001a, p. 378; Fabris 2004, p. 46; Fabris 2006, p. 105; La bottega dei Fiorentini, pp. 82-85, cat. 8 (V. Fabris); Fabris 2009-2011, I, p. 60.