SAN PIETRO D’ALCANTARA IN ADORAZIONE DELLA CROCE E ANGIOLETTI CON CILICI

Ambito/Autore : Ambito trentino

Periodo storico: 17° secolo
Anno: 1669 ca.
Soggetto: San Pietro d’Alcantara in adorazione della croce e angioletti con cilici
Luogo di conservazione: Trento, Fondazione Biblioteca San Bernardino
Materia e tecnica: olio su tela, cm 204 x 140
Provenienza: Campo Lomaso, Santi Quirico e Giulitta, 2005

Descrizione:

La tela è identificabile con la pala di San Pietro d’Alcantara che l’inventario della chiesa stilato nel 1922 registra appesa in controfacciata (Stenico). In origine era allogata nella grande cappella sinistra, eretta, al pari del nuovo coro, negli anni 1668-1669 (Onorati; Stenico 2005, p. 101). Al termine dei lavori, nella cappella furono immessi l’altare dedicato alla Madonna con i santi Francesco e Antonio e quello di San Pietro d’Alcantara, canonizzato proprio nel 1669. Il complesso andò a rimpiazzare il precedente altare dei Santi Rocco e Sebastiano la cui pala fu rimossa e posta nel presbiterio. Nel 2005 il dipinto è stato traslato nel complesso di San Bernardino a Trento.

L’iconografia è quella consolidata, con il santo in estasi di fronte alla croce di tronchi, mentre due robusti Angioletti ostentano gli strumenti di penitenza, sullo sfondo di un paesaggio collinare. Nello specifico il dipinto segue la stampa di Thiboust, edita a Roma nel 1667, due anni prima della cerimonia di canonizzazione, nella quale compaiono i due Angioletti con i cilici e lo stesso sfondo paesistico. Numerose sono le derivazioni pittoriche e grafiche da questo prototipo, tra i dipinti, diffusissimi in ambito francescano, ricordiamo per le palmari corrispondenze quelli nel Museo de Bellas Artes a Siviglia e nella Pinacoteca Civica di Massa Fermana (AP) (si veda de Sales Ferri, Mori 2003, pp. 42-44, 47-49).

Un restauro conservativo (si veda il timbro della ditta restauratrice sul telaio) ha stabilizzato la pellicola pittorica, senza risarcire le lacune.

Secondo Vittorio Fabris, l’opera può essere attribuita alla bottega di Giuseppe Antonio Fiorentini autore, nell’ambito del convento lomasino, delle tele con santi dell’ordine (catt. 98-103). Gli agganci stilistici sembrano tuttavia piuttosto fragili o non agevolmente individuabili rispetto alla più sostenuta serie oggi custodita ad Arco. Differente sembra la tecnica pittorica, più debole in San Pietro d’Alcantara, dalla tavolozza lattiginosa e meno sensibile anche nella definizione del paesaggio.

Fonti: Morizzo, I, p.170; ACPFM, busta 244, Inventario 1962, p. 647, n. 21; SBC Giacomelli 1988/ OA/ 00056220; FBSB, P 23.

Bibliografia: Onorati 1964, p. 15; Fabris 2006, pp. 112-113; Stenico 2005, pp. 102, 322, 435