MADONNA DEL ROSARIO CON SAN DOMENICO, SAN NICOLA DA BARI E SANT’ANTONIO DA PADOVA

Ambito/Autore : Orlando Fattori

Periodo storico: 19° secolo
Anno: 1890
Soggetto
Luogo di conservazione: Arco, Santuario delle Grazie, cappella delle confessioni
Materia e tecnica

Descrizione:

Nell’accentuato impianto ascensionale dell’ovale si avvicendano, con un ritmo zigzagante, Sant’Antonio da Padova accompagnato da un guizzante Angioletto con il giglio, San Nicola da Mira e San Domenico che riceve il rosario dalla Vergine con il Bambino posta al vertice.

Il colore ricco di luce, steso a piani pausati definiti da ombre mobili ma compatte, spicca decisamente saturo sulle tonalità ambrate della gloria celeste e sui terrazzamenti di nubi color cipria.

Il recente restauro (2013) consente di apprezzare la qualità dell’interessante dipinto settecentesco e ne agevola la collocazione critica, in mancanza di conforti storico-documentari che non vanno più in là della mera e recentissima provenienza dal convento di San Rocco a Rovereto (2003).

L’opera trova precisi riscontri di natura stilistica con i numeri del pittore Orlando Fattori di Ala. Probabile allievo di Antonio Gresta (Mich 2002, p. 916), indubbiamente toccato dalla collaborazione con Giorgio Anselmi in San Giovanni ad Ala (Cattoi 2009, p. 55), Fattori opera prevalentemente nell’area lagarina (Rovereto, Villa Lagarina, Ala, Pilcante, Chiusole) e ciò ben si concilia con la provenienza roveretana del pezzo.

L’impianto solido e tornito delle figure, i volti tondeggianti e icasticamente risolti negli occhi ben definiti e nelle chiome inanellate, individuano una misura del tutto personale e ricorrente; cosicché il volto di San Nicola rievoca gli Evangelisti affrescati nel 1746 in San Martino a Pilcante (si veda Cattoi 2009, pp. 55-57) ed analoghe corrispondenze interessano le solide ma aggraziate masse degli Angioletti sospesi nel cielo. Questa nuova prova di Orlando è peraltro utile per esprimere un giudizio meno severo sul suo profilo artistico. Nonostante la qualità dei suoi interventi non sia sempre troppo sostenuta, in particolare nei brani a fresco, sono degne di nota molte delle lunette già nella parrocchiale dell’Assunta ad Ala (oggi in canonica) giustamente riferite al pittore da Ezio Chini (1986, p. 328) sulla base della firma che sigla alcune di esse. Queste tele, come pure il dipinto dei francescani ad Arco, esplicitano un’ottima formazione veronese conseguita non esclusivamente al seguito del Gresta e un’apprezzabile disinvoltura espressiva.

A suffragio dell’attribuzione qui avanzata, si evidenzia il significativo ricorrere del nome di Orlando Fattori in ambito francescano, giacché al suo pennello si devono nel 1750 la decorazione della cappella del sepolcro a Pergine (perduta) e la Via Crucis antistante la chiesa di San Rocco a Rovereto, dalla quale la nostra tela proviene.

Fonti: ACPFM, busta 306, Inventario 1927, n. 13; ACPFM, busta 244, Inventario 1962, p. 668, n. 48; ACA, Inventario 2013, n. 50.

Bibliografia: inedito.