CROCIFISSIONE DI CRISTO CON I DUE LADRONI, LA MADONNA, SAN GIOVANNI EVANGELISTA E SANTA MARIA MADDALENA

Ambito/Autore : Ambito lombardo

Periodo storico: 18° secolo
Anno: 1701-1725
Soggetto: Crocifissione di Cristo con i due ladroni, la Madonna, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena
Luogo di conservazione: Trento, Fondazione Biblioteca San Bernardino
Materia e tecnica: legno di bosso intagliato; legno intagliato, dipinto, verniciato, cm 35,5 x 20

Descrizione:

Il gruppo scultoreo è stato donato da monsignor Carlo Colombo (1909-1991), teologo molto vicino a papa Montini, vescovo di Vittoriana, quindi preside della Pontificia facoltà teologica di Milano e vescovo ausiliare di Milano.

Su di una base gibbosa color verde muschio sono fissate le tre croci di tronchi nodosi. Ai piedi di Cristo crocifisso sono la Maddalena in ginocchio, la Madonna e San Giovanni evangelista dolenti. Alla destra di Cristo è Desma, il buon ladrone, mentre riceve dal Redentore l’annuncio della sua imminente salvezza. È questo il vero asse portante della narrazione che non si riduce ad una mera rappresentazione del monte Golgota. Il dialogo è acutizzato dal rifiuto del condannato impenitente sul lato opposto.

Le sculture, al naturale, esaltano il timbro caldo e rossiccio del legno di bosso, reso duttile e vibrante dalla maestria dell’artista. Particolarmente raffinata è la conduzione dell’agile Cristo crocifisso, nel vaporoso perizoma scosso dal vento. Più robuste nel modulo proporzionale le figure dei ladroni e dei dolenti, ammantati da stoffe fittamente drappeggiate. A fronte dell’anonimato del brano plastico, il contenuto dell’iscrizione va attentamente ponderato e a dire il vero non pare convincere in alcun modo il riferimento ad ambito toscano della prima metà del Settecento. Dalla connotazione stilistica ed espressiva delle sculture sembra piuttosto possibile prospettare un ambito di produzione lombardo, tanto più coerente al contesto biografico del donatore. Senza scomodare grandi nomi dell’intaglio ligneo di età tardo-barocca tra Milano e Bergamo, ci si deve limitare a rilevare una certa discontinuità dell’ignoto scultore che opera verosimilmente a cavallo del XVII e XVIII secolo e che si muove ponendo quasi in contraddizione la massiccia connotazione dei dolenti, di indole fortemente seicentesca e lo spirito più attentamente moderno di Cristo in croce.

Fonti: FBSB S 4.

Bibliografia: inedito.