CENA IN EMMAUS

Ambito/Autore : Ambito trentino (da Johannes Sadeler I)

Periodo storico: 17° secolo
Anno: 1600-1650
Soggetto: Cena in Emmaus
Luogo di conservazione: Trento, convento di San Bernardino, Torricella
Materia e tecnica: olio su tela, cm 69 x 86,5
Provenienza: Cavalese, convento di San Vigilio, biblioteca

Descrizione:

Il dipinto non presenta restauri ma versa in condizioni quasi buone, essendo molto limitati il sollevamento e le cadute di pellicola pittorica. Gli inventari del convento lo attestano fino al 1960 nel coro della chiesa, con un’indicazione cronologica al XVII secolo.

Il fulcro della narrazione pittorica è costituito dal pane spezzato che Cristo sta per benedire. È il momento preciso della frazione e benedizione del pane in cui i due discepoli di Emmaus riconoscono Cristo (Luca 24, 30); il loro stupore viene espresso dalla vivace gestualità delle mani che l’effetto di controluce rende ancora più pregnante.

Viene qui replicata una composizione di Peter de Witte, detto Candid o Candido (1548 ca-1628), protagonista dell’estremo Manierismo internazionale e attivo in particolare a Monaco per i Wittelsbach. L’invenzione del Candido è mediata dalla conoscenza di una stampa di un non meno celebre incisore, Johannes Sadeler (1550-1560) che divulgò in tutta Europa l’opera dei più grandi maestri del tardo Cinquecento. Una versione analoga venne incisa da Aegidius Sadeler, suo allievo e nipote (The Illustrated Bartsch, 1999, 70, Part. 1, n. 223).

Tipicamente nordeuropea è l’attenzione conferita agli umili oggetti sulla tovaglia, ribadita dalla prospettiva che proietta il piano della mensa verso lo spettatore, come pure la luce radente che proviene dalla candela.

La redazione pittorica, di probabile ambito trentino, è databile al primo Seicento e non presenta particolari meriti artistici, collocandosi su un livello medio, tipico delle repliche di opere calcografiche. L’interesse iconografico insiste invece sul principio di condivisione tipicamente francescano e si collega altresì al tema del Cenacolo ricorrente nei refettori dei conventi dell’ordine.

Fonti: ACPFM, busta 304, Inventario 1927, n. 32; busta 244, Inventario 1960, p. 653, n. 77; SBC Floris 1987/ OA/ 00053910.

Bibliografia: inedito.