SAN PIETRO D’ALCANTARA SCRIVE IL TRATTATO DELL’ORAZIONE E MEDITAZIONE ISPIRATO DALLO SPIRITO SANTO

Ambito/Autore : Ambito bresciano (?)

Periodo storico: 17° secolo
Anno: post 1669
Soggetto: San Pietro d’Alcantara scrive il Trattato dell’orazione e meditazione ispirato dallo Spirito Santo
Luogo di conservazione: Campo Lomaso, convento, chiostro
Materia e tecnica: tempera su intonaco, cm 125 x 232

Descrizione:

Il chiostro del convento venne realizzato tra il 1663 e il 1665, come attestano diversi pagamenti corrisposti agli scalpellini in quell’intervallo cronologico (Stenico 2005, p. 41). Nessun cenno viene invece riservato ai limitati interventi decorativi. Si tratta della lunetta posta nell’angolo nord-est, visibile dall’ingresso del convento e di una seconda che insiste in fondo allo stesso braccio, a sud-est. Esse raffigurano rispettivamente La Madonna, pregata da San Francesco d’Assisi, intercede presso il Redentore in gloria, ovvero il Perdon d’Assisi San Pietro d’Alcantara scrive il Trattato dell’orazione e meditazione ispirato dallo Spirito Santo. Il culto del santo spagnolo ricevette un notevole impulso dopo la canonizzazione nel 1669. L’iconografia del santo nello studio, impegnato a scrivere, ricorre in particolar modo prima dell’innalzamento agli onori degli altari, quando si impose l’immagine di San Pietro levitante di fronte alla croce. È tuttavia possibile che in questo specifico frangente venisse seguita l’iconografia precedente per esigenze narrative, non potendosi adattare all’angusto spazio della lunetta ribassata la rappresentazione della gloria del santo.

I dipinti murali non versano in buone condizioni e lamentano diverse lacune, in particolare in corrispondenza di San Pietro d’Alcantara, come pure alcune integrazioni successive. Ciononostante si fa ancora apprezzare la qualità pittorica dell’intervento, in particolare nelle figure della Vergine e di San Francesco. La sicurezza del tratto e il ductus sottile, molto luminoso, sembrano solidali alle tendenze della pittura bresciana intorno al 1660-1670 ed evocano, con le debite proporzioni, i modi di Giovanni Antonio Italiani e Pietro Antonio Sorisenese: una soluzione coerente con la dislocazione geografica del convento di Campo e la sua prossimità al bacino del Garda.

Il terzo brano pittorico riguarda il soffitto del refettorio. Entro una cornice in stucco tipica del terzo quarto del XVII secolo, affine alle decorazioni di plasticatori lombardi come i Romeri, insistono Angioletti reggi ghirlanda. Il brano, piuttosto sciupato, potrebbe essere ricondotto allo stesso decoratore attivo nel chiostro.

Fonti: ACPFM, busta 244, Inventario 1962, p. 647, n. 7-8; SBC Giacomelli 1988/ OA/ 00056194-196.

Bibliografia: Stenico 2005, p. 321.